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17 maggio 2024

Allegri o Vaciago?

 Massimiliano Allegri o Guido Vaciago? L'ormai ex allenatore della Juventus o il direttore di Tuttosport? I fatti avvenuti all'Olimpico dopo la vittoria della Juve nella finale di Coppa Italia sono stati raccontati dalle parti in maniera un po' diversa, con Allegri che ha anche messo in mezzo (e visti i soldi in palio si capisce perché) l'avvocato, ma nella sostanza si può dire che un Allegri già alterato, dopo il lancio della giacca, le urla contro Maresca e i gesti contro Giuntoli, incrociando Vaciago lo abbia apostrofato in maniera poco simpatica ("Direttore di merda" secondo il giornalista, "Direttorino dei miei coglioni" secondo altre fonti), facendo seguire un invito ("Scrivi la verità sul tuo giornale, non quello che ti dice la società. Smettila di fare le marchette con la società") e una minaccia ("Guarda che so dove venire a prenderti. So dove aspettarti. Vengo e ti strappo tutte e due le orecchie. Vengo e ti picchio sul muso").

La causa dello sfogo di Allegri è evidente: da quasi due anni ritiene di essere il capro espiatorio ideale per i tifosi, per la nuova dirigenza che ormai tanto nuova non è, e per i giornalisti. Magari non tutti i giornalisti, visto che ce ne sono tanti che anche lo difendono acriticamente, senza contare quelli che amano Allegri come icona di un presunto calcio di una volta (all'opposto c'è chi ha il santino di De Zerbi, infatti Adani si è subito palesato sui social network). In altre parole, le nostre, Allegri ritiene di essere stato attaccato al di là dei suoi demeriti (ma ci sembra che Tuttosport sia il bersaglio sbagliato, se il problema è questo) e che tutto questo sia stato ispirato, o lasciato fare, da Elkann in giù, per liberarsi dell'ultimo simbolo dell'era di Andrea Agnelli. Con gli allenatori dei grandi club, non soltanto la Juventus, funziona così: padri della patria e fini strateghi fino a un minuto prima di essere trattati da incapaci e bolliti.

Da parte sua, Vaciago ha avuto buon gioco nell'invitare Allegri a raccontare queste fantomatiche verità nascoste. Che tutto sono tranne che nascoste: Allegri avrebbe avuto pochissime, quasi zero, possibilità di rimanere anche mantenendo il passo della prima parte della stagione, con il corto muso e tutto il resto. Ma al di là dell'episodio, che potrebbe avere effetti anche sulla transazione fra l'allenatore e la Juventus, a noi interessa il discorso generale: Allegri, diciamo l'Allegri degli ultimi anni, è stato criticato dai media al di là dei suoi demeriti? Allegri o Vaciago? Essendo una domanda semplice, come il calcio secondo Allegri, rinunciamo all'opzione De Zerbi che sarebbe quasi provocatoria.


09 maggio 2024

Mentana o Gruber?


Enrico Mentana o Lilli Gruber? Li citiamo in ordine di apparizione, Mentana al Tg7 delle 20 e la Gruber subito dopo, con il suo Otto e mezzo che quasi mai inizia alle otto e mezzo. Stiamo parlando dello scazzo tutto mediatico avvenuto fra i due giornalisti lunedì sera e proseguito nei giorni scorsi, fino alla chiusura temporanea delle ostilità decretata da un comunicato bulgaro di Cairo, che non dava nella sostanza ragione a nessuno. La materia del contendere la conoscono tutti quelli che come noi tristemente vivono attraverso i media (qui la nostra ricostruzione scritta ieri per il Corriere del Ticino) e solo ad un primo livello riguarda lo sforamento di Mentana, cosa che peraltro tocca anche la Gruber con i programmi che seguono.

Sia Mentana sia Gruber sono a La7 da prima che Telecom la svendesse a Cairo, genio della pubblicità ma anche nel comprare tutto (dalla RCS al Torino) a prezzi di saldo o gratis, ed è probabile che si stiano guardando intorno, soprattutto Mentana che ha il contratto in scadenza: adesso sembra che qualunque potenziale disoccupato di lusso sia cercato da Discovery, sul modello del calciomercato che in questi giorni suggerisce che Milan e Napoli avranno in panchina cinque allenatori per uno (spoiler: nessuno sa un cazzo). Il punto però non è secondo noi questo, bensì l'antipatia di tipo quasi antropologico fra Mentana e la Gruber, con la politica che c'entra poco visto che entrambi sono più o meno di sinistra.

Mentana rappresenta il giornalismo pop, anche se è nato nella Rai (era vicedirettore del Tg2 quando la Gruber era a Berlino per la caduta del Muro) il suo marchio è quello di avere fondato il Tg5, mentre il Tg7 è nella sostanza uno one man show, a volte noioso perché fra il pre, il durante e il dopo Mentana dà la stessa notizia tre volte. La Gruber rappresenta invece il giornalismo per un target teoricamente più alto, quello, per sintetizzare, dei borghesi di sinistra di discreta cultura, che fa numeri inferiori ma che può essere venduto meglio ed è comunque utile all'editore che su altri tavoli, primo fra tutti il Corriere della Sera, sostiene invece il governo di destra. Nell'Italia di una volta sarebbero stati pensionati e nemmeno tanto baby, 68 anni lui e 66 lei, in quella di oggi sono al centro del dibattito. Mentana o Gruber?

26 aprile 2024

Giornalisti sportivi i più odiati


Come mai i giornalisti sportivi in Italia sono in testa a tutte le classifiche dei social network relative alle interazioni? La risposta è banale: il tifo, di chi li legge/guarda ma anche il loro. Meno banale è dare una dimensione quantitativa al fenomeno che vede Fabrizio Biasin come primo giornalista d'Italia per interazioni, davanti a Gianluca Di Marzio. Per questo ci ha incuriosito l'articolo di Claudio Plazzotta appena letto su Italia Oggi, che ha citato una ricerca di The Fool, una società di consulenti digitali, che ha analizzato i profili social di Biasin (Libero), Guido Vaciago (direttore di Tuttosport), Giovanni Capuano (Radio24), Lia Capizzi (RaiSport) e Sandro Sabatini (Mediaset).

Tutti giornalisti che lavorano in televisione o hanno comunque una visibilità televisiva, che evidentemente favorisce il traffico. Nelle stagioni 2022-23 e 2023-24 i loro tagging su X sono stati complessivamente 1,5 milioni e di questi ben il 40% ha sentiment negativo, cioè insulti o hate speech in senso stretto. Una statistica che dice molto a chi, come noi, segue soltanto personaggi che si stimano o comunque apprezzano, oltre ad account neutri. Se reputo uno scarso o in malafede non mi viene in mente di sprecare nemmeno un secondo per lui. Che vita hanno quelli, quasi la metà del totale, che seguono un giornalista, non si dice un politico o un VIP vero, per insultarlo?

Ma ci piace anche ribaltare il discorso: che vita ha un giornalista che sta sui social network per farsi insultare? Intendiamo consapevolmente, perché poi l'insulto arriva per ogni tipo di opinione, da Israele-Hamas alla difesa sul pick and roll. Il giochino ha due facce: essere insultati non piace a nessuno, ma scrivere o dire qualcosa di volutamente provocatorio è la strada più semplice per attirare interazioni. Poi 'provocatorio' a volte non è nemmeno il contenuto dei post, ma la squadra con cui si viene identificati e che viene scelta a monte come pubblico target. Il mistero nel mistero è poi il guadagno: anche con centinaia di migliaia di follower reali (tutti da dimostrare) la monetizzazione diretta dalle piattaforme è modesta, semmai i grandi numeri possono essere messi sul tavolo delle trattative per i gettoni di presenza.

Donne o Trans?

Donne o trans? O meglio: gli uomini diventati (più o meno) donne devono poter competere con le donne nello sport? Il pretesto per parlarne a...